UNA PSICOTERAPEUTA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – 2 – Riflessioni e consigli pratici

In questi giorni sto cercando di rispondere a tutte le richieste che mi sono pervenute per le sedute psicologiche online.

La sera mi fermo a riflettere su tutto quello che ho compreso e sopratutto imparato attraverso questi colloqui.

Ho potuto constatare che c’è un grande bisogno di comunicare, di scambiare e sopratutto c’è un grande bisogno di SOGNARE.

La nostra mente possiede facoltà che ci permettono di valicare i confini delle nostre quattro mura: l’immaginazione e la creatività.

Possiamo sognare di essere altrove, viaggiare con la mente in un luogo bellissimo che vorremmo visitare.

Possiamo anche immaginare di iniziare una nuova attività lavorativa, ludica o semplicemente di riprendere in mano una nostra passione.

Il mio consiglio, in questo caso, è di lasciare vagare la mente, di coccolare i nostri sogni e contemporaneamente di prendere carta e penna e, per esempio, scrivere l’itinerario del viaggio da noi agognato, annotare le idee che ci sono venute per migliorare la nostra attività, scrivere quali passioni vorremmo riprendere in mano quando tutto ciò sarà finito.

I bambini, che sono maggiormente in contatto con la loro natura, lo sanno fare benissimo: quando giocano immaginano di essere supereroi, di avere superpoteri; anche se sono impegnati con i videogiochi o stanno guardando un cartone animato sono completamente immersi nella loro realtà e quando noi genitori li richiamiamo sembrano tornare da molto lontano, da un luogo in cui nessuna preoccupazione o dolore può entrare.

Con la fantasia sanno rifugiarsi in un mondo colorato, positivo, fantastico.

Noi adulti dovremmo ricontattare il bambino che è dentro di noi e ricominciare a sognare cosa faremo quando termineranno gli “arresti domiciliari”.

Per agevolare questa nostra capacità dobbiamo tornare a fare lavori manuali come cucinare, cucire, pulire casa, curare le piante, riordinare la cantina, riparare, scrivere.

La mente in questo modo potrà essere condotta per mano nel mondo della fantasia e dell’immaginazione.

Perché possiamo, anzi dobbiamo, trasformare questa esperienza in un viaggio straordinario.

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ADRIANA TREMOLADA

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