Buongiorno dottoressa sono Roberta, ho 45 anni, e da qualche tempo ho paura di tante cose.
Prima non mi era mai successo, ma ora per esempio se devo uscire a cena, anche con amiche di lunga data, mi informo in quale ristorante andremo, e se si trova un po’ lontano da casa mia oppure non ci sono mai stata, vado in ansia.
Prima di uscire di casa la mia mente produce immagini di me che sto male, che svengo e vengo portata fuori dal locale.
Appena arrivo nel ristorante cerco di capire dove si trovino le vie d’uscita, dove si trova il bagno.
Generalmente non riesco nemmeno a mangiare, perché ho un nodo allo stomaco e mi sento la testa confusa, come se stessi sott’acqua.
Sento quello che dicono le mie amiche, ma non riesco ad essere completamente coinvolta nei dialoghi perché la mia mente è invasa dalla paura di stare male.
In alcuni momenti ho dei picchi d’ansia, il cuore batte all’impazzata, sento caldo e poi freddo. Mi tremano le gambe e le mani. Impallidisco. Mi isolo. Vorrei scappare. L’unico mio desiderio è tornare a casa.
Quando poi la serata finalmente finisce e io mi ritrovo a casa, nel mio letto, mi sento spossata, svuotata e arrabbiata con me stessa per aver rovinato una piacevole serata tra amiche.
Nel racconto di Roberta probabilmente si possono riconoscere molte persone che soffrono l’ansia e che sanno cosa significhi avere ansia anticipatoria.
La vita sociale di queste persone tende a restringersi sempre di più e può riguardare diversi ambiti: lavorativo, sociale ma anche ludico.
Non si riesce più ad andare nei luoghi affollati, affrontare una nuova situazione sembra un compito insormontabile.
Nei casi più gravi non si riesce più ad andare a lavorare, oppure a scuola, ad uscire con gli amici.
Si pratica l’evitamento e si vive la vita con estrema fatica.
PRINCIPI FONDAMENTALI PER AFFRONTARE L’ANSIA
DEFUSIONE:
Riguarda la capacità di rapportarsi ai propri pensieri in modo nuovo, così che abbiano un minor impatto su di noi.
Fondersi con i propri pensieri negativi (non ce la posso fare, è troppo difficile, sto perdendo tempo, mi sentirò male) ci porta a crederli come veri.
La soluzione consiste nel vedere questi pensieri per quel che sono, delle semplici parole, lasciare che vadano e vengano e tornare a focalizzarsi sull’azione che stiamo facendo.
I nostri pensieri non sempre sono veri, sono solo parole, storie che ci raccontiamo.
Nel caso di Roberta può imparare a valutare la sua paura di stare male al ristorante come un semplice pensiero, non vero, come un film che il suo cervello sta girando solo per lei.
ESPANSIONE:
riguarda la capacità di fare spazio alle emozioni e sensazioni spiacevoli anziché cercare di reprimerle e allontanarle.
Più cerchi di fuggire dal disagio, di evitarlo, più ti sarà difficile realizzare cambiamenti importanti.
È necessario affrontare le proprie paure e uscire dalla nostra zona di confort.
L’emozione spiacevole ha un andamento simile a quello di un onda: sale, raggiunge un picco e poi ridiscende. Se quest’onda trova un ostacolo, per esempio degli scogli, l’impatto può diventare molto doloroso.
Non opporti alle tua ansia, ascoltala quando si manifesta, dentro di te hai tutto lo spazio necessario per accoglierla e farla declinare lentamente.
In terapia Roberta ha potuto apprendere delle semplici strategie per affrontare le sue paure, non identificandosi con il suo timore di stare male e imparando a “gestire” il momento di crisi.
Ha poi potuto lavorare su sé stessa per comprendere cosa il sintomo ansioso le stava suggerendo rispetto a come stava conducendo la sua vita.
Perché ogni sintomo arriva per mostrarci qualcosa che dobbiamo imparare, per farci evolvere.