Mi piace pensare alla terapia come al cammino di Santiago dell’ANIMA.
La terapia è un percorso verso sé stessi. Le probabilità di INCONTRARSI crescono di seduta in seduta.
“Pensavo di essere più forte, invece mi sembra di essere tornata indietro, mi sento fragile, in balia della mia ansia”
Quante volte tutti noi ci siamo sentiti come lei?
Risucchiati nel pozzo nero del dolore che abbiamo già sopportato, conosciuto, odiato?
Eppure la nostra debolezza non si calcola misurando la profondità del pozzo in cui siamo caduti, e nemmeno contando il numero delle volte in cui ci siamo finiti.
Al contrario, il valore della nostra forza, lo ricaviamo applicando una semplice formula matematica: più volte sei uscito dal pozzo, maggiore è la tua forza.
Negli ultimi anni ho imparato ad ascoltare il linguaggio del mio corpo.
Mi avverte quando sto esagerando.Perché SENTIRE, ACCETTARE, LEGITTIMARE i propri limiti è una competenza personale.
Nessuno sa meglio di noi quando è il momento di fermarsi o di darsi una mossa.
A condizione di aver imparato ad ASCOLTARE i segnali del proprio corpo.
La comunicazione tra uomo e donna necessiterebbe di un traduttore simultaneo.i vocabolari emotivi dei due sessi, sono reciprocamente sconosciuti ai più.
A VOLTE, PER ANDARE AVANTI, DOBBIAMO GUARDARE INDIETRO.Alcuni pazienti sono restii a tornare con la mente su alcuni ricordi dolorosi. Ma poi arriva il tempo in cui, diventa indispensabile digerire quello che abbiamo ingoiato, perché se non lo facciamo, il rischio è che si trasformi in veleno.
Ci sono modi diversi di uscire di testa in questo momento in cui non possiamo uscire di casa: con la fantasia, immaginando viaggi in luoghi mai visitati; Oppure si può uscire di testa perché piena di pensieri negativi, ossessivi, ricorsivi; di paure, di rimpianti per il passato e per quello che, forse, non tornerà più come prima.In questo caso si esce di testa perché si trasforma nel luogo più terribile in cui stare
“l’incertezza è la condizione perfetta per incitare l’uomo a scoprire le proprie possibilità “
Erich Fromm
CARI PAZIENTI: la tecnologia ci permette di rimanere in contatto, di continuare il nostro lavoro insieme. Ma l’assenza della vostra presenza comincia a pesarmi…
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